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Il Veneto è situato a N-E della penisola italiana ed è formato essenzialmente dalla vasta pianura alluvionale del fiume Po e dei suoi affluenti settentrionali. A nord troviamo le Prealpi Venete, la vallata del Cadore e le Dolomiti orientali. La costa è caratterizzata da lagune separate dal mare da lidi sabbiosi. In una di queste lagune troviamo Venezia. Ma chi sono i Veneti? Fin poco tempo fa erano un popolo agricolo, ora un popolo creativo, industrioso e altamente produttivo. E’ infatti una delle regioni più ricche d’Italia e forse d’ Europa. Il loro forte carattere li obbliga a “fare” piuttosto che perdersi in ciance. Una volta il campo si arava e si manteneva la famiglia, adesso se uno ha un pezzo di terra fonda la sua bella fabbrica di famiglia, lavora giorno e notte finché può permettersi qualche dipendente, meglio se extracomunitario, i viaggi in Cina (per “far affari”), i viaggi alle Maldive solo quando si sente veramente a posto. La moglie, dopo il lavoro, si mette la tuta da ginnastica e va in palestra. Lui alla domenica si fa le sue belle gite in moutain bike con gli amici. Attrezzature per il tempo libero ce ne sono in ogni parte tante quante sono le fabbriche. |
Breve storia di Venezia Nel IV secolo d.C. Venezia era solo un insieme di piccoli villaggi in una laguna paludosa. I barbari, provenienti dal nord, invasero l’Italia saccheggiando il Veneto ma non le isole della laguna essendo l’acqua un’ottima barriera naturale. Nascono così dei nuclei di fuggiaschi fondando città come Caorle, Grado, Jesolo, Torcello, Malamocco e Chioggia formando il Ducato Veneziano. Dopo varie vicende la sede del governo fu portata da Eraclea a Malamocco sul mare. Ma, essendo questa nuova sede troppo esposta agli assalti della flotta dal mare, si decise di portarla nelle isole più protette di Rialto. Intanto nacque la figura del Doge. I due secoli che corrono fra l’800 e il 1000 rappresentano un periodo di ininterrotto sviluppo dei traffici e della navigazione. L’ascesa della nuova repubblica della Serenissima era devastante e durò per centinaia di anni facendo di Venezia la massima potenza commerciale esistente nel mondo conosciuto. La bandiera di S. Marco, il santo protettore di Venezia, incuteva timore a tutti i popoli del mare. Venezia era amata ma allo stesso tempo invidiata da tutti. Ma venne il periodo della decadenza: l’impero ottomano scacciò Venezia dal Mediterraneo orientale togliendone il monopolio del commercio, vera linfa vitale. Siamo nella metà del ‘500. Alla fine del secolo la scoperta dell’America spostò gli interessi commerciali nelle altre zone del globo. La città si accorge che conviene ripararsi anche dalle spalle e cominciò la sua avventura anche in terraferma conquistando si terre ma anche aggiungendo problemi ai problemi. Nel XVIII secolo divenne simbolo di decadenza. I ricchi e spensierati Veneziani, non più dediti a guerre e a conquiste si dedicarono ad abbellire la loro Venezia e a divertirsi come non mai. Palazzi suntuosi, sfarzi, lussi, festeggiamenti: tutto accadeva a Venezia. Era la città più popolosa, più ricca e più spensierata d’Europa. Nessuna guerra l’aveva intaccata. Questo indebolì il governo e lo rese vulnerabile. La storia millenaria di Venezia finì nel 1797 quando Napoleone l’assediò trovando una città stanca. |
Il doge Sono stati 120 i dogi a Venezia, il primo era Paoluccio Anafesto e l'ultimo Ludovico Manin. Il doge era la massima autorità dello Stato ma con limitati poteri. Doveva piacere al popolo e quindi essere umile e generoso. Per evitare che la sua carica fosse ereditaria, il meccanismo per l'elezione del doge divenne complesso e curioso. Se il doge voleva andare in ferie doveva chiedere il permesso e dimostrare di averne bisogno per motivi di salute. Doveva pagarsi i ricchi vestiti che da soli valevano un patrimonio e inoltre doveva fare doni di valore alla basilica marciana. Alla sua morte si controllava che le spese da lui fatte in vita e delle entrate percepite: se trovavano qualche irregolarità pagavano i loro eredi o parenti.
Narra la leggenda che Marco, fondato il patriarcato di Aquileia per ordine di San Pietro, subì una tempesta nei pressi della laguna veneta mentre ritornava a Roma. La furia degli elementi sospinse la sua barca nelle ancora disabitate isole di Rialto. In sogno gli apparve un angelo del Signore comunicandogli: "Pax tibi, Marce, evangelista meus...". Pace a te Marco, mio caro evangelista. Sappi che qui un giorno riposeranno le tue ossa. Dopo la tua morte il popolo credente che abita questa terra edificherà in questo luogo una città meravigliosa e si paleserà degno di possedere il tuo corpo. |
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