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Lo squero di S. Trovaso

Lo squero è dove nascono le gondole. Quello di S. Trovaso è il più caratteristico e fotografato di tutti. Vuoi perché è posto di fronte una riva, vuoi perché gli altri sono nelle zone di periferia e quindi difficili da trovare.


Lo squerarolo

"El fero de prova"

La parte prodiera della gondola vede "el fero de prova". E' un pezzo di alluminio o acciaio che simboleggia il cappello del doge, la parte alta più ampia, e i sei sestieri di Venezia, i pezzettini più piccoli. Il dente dietro il cappello del doge simboleggia l'isola della Giudecca.

Questo è un "fero de prova" di una gondola di foggia antica utilizzata per la Regata storica. Si può definirlo come l'antesignano dei "feri de prova" moderni.

La gondola

La gondola non è sempre stata come la vediamo ora. All'inizio non aveva dei segni particolari che la rendessero facilmente distinguibile dalle altre imbarcazioni lagunari: leggera e maneggevole. La sua prua e la sua poppa erano alte e decorate nella loro parte finale con delle punte metalliche, stadio embrionale dei "feri". La gondola era simmetrica, al contrario di adesso, e a fondo piatto. La "forcola", quel pezzo di legno piatto dove si fa leva con il remo per la propulsione del mezzo, era una tavola di legno con due morsi molto più semplice di quella di adesso, sviluppata in tre dimensioni. La gondola di adesso è lunga 10,80 m, quasi due metri più lunga di quella di 500 anni fa, che si presuppone che fosse guidata da due vogatori. L'asimmetria sembra sia dovuta a cause economiche per poter far vogare, e quindi pagare, solo un gondoliere piuttosto che due.

La voga alla veneta

Di solito una gondola è spinta da un uomo solo in piedi a poppa, anche se in antichità i vogatori erano due per ragioni di velocità, con il remo dalla parte destra. Il vogatore si appoggia sul remo con tutto il peso del corpo durante la voga in avanti, in questo modo però l'imbarcazione girerebbe decisamente da una parte, nella fase di ritorno invece il remo resta sott'acqua sollevando il remo nella fase finale e rituffandolo in avanti nuovamente. Il fulcro è la forcola: un pezzo di legno ricurvo dove appoggiare il remo. 


L'asimmetria della gondola. Guardandola una gondola sembra storta. In questo modo il gondoliere, anche se rema da un lato solo, mantiene una rotta rettilinea nonostante che la sua spinta si eserciti da un lato solo.

La gondola è formata da 280 pezzi lignei. Interamente in legno (quercia, larice, olmo, noce cigliegio, tiglio, cedro e compensato marino) una volta di legno erano pure i chiodi, è lunga appena più di 11 metri e pesa sui cinque quintali. La tradizione vuole che il legno sia piegato a vapore acqueo e a fuoco non di legna a carbone ma di canna di palude. 

La forcola è quel pezzo di legno dove va appoggiato il remo agendo da fulcro per la propulsione della gondola. Una buona forcola moderna è di noce tagliato in un pezzo unico e modellato secondo una precisa funzione. Con un buon uso del remo, infatti, tutte le scanalature della forcola vengono usate: l'intaglio superiore per la voga normale, facendo leva sulla piegatura alta anteriore la gondola sterza bruscamente a sinistra, nella parte bassa si voga all'indietro e così via.

L'ornamento a metà lunghezza della gondola (i gondolieri li chiamano "i cavai") vede delle figure allegoriche come cavalli marini, sirenette e cose del genere.