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Murrine
Le murrine sono dei piccoli ciondoli in vetro fatti con tante canne in vetro "millefiori" e tagliate a piccoli cilindri. Vengono poi messe assieme formando dei disegni (vedi foto sopra), racchiuse da un collare di rame o d'oro. Infornate per dar modo di saldarsi assieme e poi lucidate tramite molatura. Maschere Venezia vuol dire anche maschere. Negozi di maschere ne troverete in tutti gli angoli più nascosti. |
Il vetro Grazie all'abbondanza della sabbia e alla possibilità di importare la soda, elementi di cui è fatto il vetro, Venezia ha fatto della produzione del vetro una delle attività trainanti dell'economia veneziana. Prima le fabbriche erano a Rialto ma poi, per la frequenza degli incendi, si decise di trasferire le fornaci a Murano (1292). Leggi severe decretavano che gli artigiani non potevano in alcun modo svelare i segreti per la produzione del vetro proibendo, tra l'altro, l'espatrio degli artigiani. Una della caratteristiche che distingue il vetro da altre sostanze, ad esempio i metalli, è il modo in cui questo materiale solidifica. La solidificazione avviene lentamente, passando dalla temperatura di 1400° C, alla quale il vetro si trova nello stato liquido fluido, a una temperatura di 500° C. E' in questo intervallo che può avvenire la lavorazione. Il vetro è una miscela di materie prime. La sabbia o la silice, che costituiscono il 70 % del vetro. Viene poi aggiunto l'ossido di sodo. Maggiore è la quantità di sodio presente nel vetro e più questo solidifica lentamente se la quantità è eccessiva, il vetro, a contatto con lucidità atmosferica, opacizza. Per tale motivo viene impiegato anche il carbonato di calcio che rende stabile la superficie del vetro nei confronti dell'umidità. Il nitrato sodico e l'arsenico facilitano la fuoriuscita delle bolle migliorando l'omogeneità del vetro. Tali sostanze sono utilizzate per la produzione del vetro trasparente o incolore. Piccole quantità di sostanze coloranti e opacizzanti vengono utilizzate per ottenere i vetri colorati e i vetri opali: rame per i colori verde e blu, il cobalto per il celeste e l'azzurro, il ferro e l'antimonio per il marrone e il giallo, il manganese per l'ametista e il color porpora.
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Il merletto di Burano
Il merletto compare a Venezia nel XV secolo ed il primo documento si trova in un quadro del Carpaccio. Fu probabilmente la Dogaressa Morosina Morosini, moglie del Doge Marino Grimani che divulgò luso del merletto, anche se si parla già di produzione del merletto quasi un secolo prima. La caratteristica principale della lavorazione fatta a Burano, a differenza da quelli eseguiti a Venezia e a Pellestrina, è la lavorazione ad ago (punto Burano). Cappelli di Carnevale C'è una cosa particolare che, quando uno viene a Venezia, non può fare a meno di notare: quei buffi cappelli di velluto lucido coloratissimi. Deriverebbero da quei copricapi indossati dai "mataccini" che sarebbero poi la risposta Veneziana al Joker. Al tempo, i mataccini erano rispettati da tutti perché burloni e perché ti potevano tirare addosso delle uova magari anche profumate. |
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